Monte Piana e Rifugio Angelo Bosi da Misurina

Facile escursione sulla neve che non comporta difficoltà tecniche particolari, adatto a tutti con un pò di resistenza fisica fino al Monte Piana, poi diventa più impegnativo. Leggi meglio tutta la descrizione con foto e video allegato per maggiori dettagli.
NB: le condizioni della neve si riferiscono ad oggi, valutare di volta in volta consultando anche i bollettini; per i meno esperti non avventurarsi in condizioni di nuvole basse perchè nell’altopiano la visibilità sarà molto scarsa con nessun punto di riferimento.
Si può parcheggiare a Misurina, nell’ampio parcheggio appena dopo aver svoltato per la strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo. Il percorso parte da qui con evidente tabella che indica la strada che sale al Rifugio Angelo Bosi.
Tutta la salita fino al rifugio è su strada con neve molto battuta, ad un certo punto un’indicazione, invita gli escursionisti a piedi a seguire una via alternativa. Anch’essa comunque ben battuta senza alcuna difficoltà tecnica.
Sino al rifugio non sono state necessarie le ciaspole e neanche i ramponcini.
Dal rifugio si prosegue per il Monte Piana, ci sono le indicazioni su tabelle, non è più una stradina ora si dovrebbe seguire il sentiero principale che è completamente ricoperto di neve come tutto il resto, tuttavia essendo molto frequentato seguiamo la traccia ben battuta dagli escursionisti precedenti.
ATTENZIONE!!! Tutto l’altopiano è stato teatro della Prima Guerra Mondiale, ci sono tantissime trincee e buchi vari che con la neve di oggi sono completamente coperti; sino al Monte Piana la traccia comunque è evidente ma non abbiamo trovato segnaletica (esempio paletti che indicassero la via anche con neve, ecc…); da tener presente che i sentieri a terra non sono visibili.
Arrivati in prossimità del Monte Piana ci sono alcuni ceppi alla memoria dei caduti e la Capanna Carducci ideale per fermarsi a fare uno spuntino. Il sole oggi era veramente intenso e forte, senza un filo d’aria.
I meno esperti possono terminare qui l’escursione, invece per i più esperti che vogliono proseguire verso il Monte Piano, dovranno utilizzare le ciaspole.
Come detto non abbiamo trovato paletti che identificassero il sentiero, in questa direzione non ci sono tracce da seguire, è tutto bianco, si vede in lontananza delle tabelle indicatorie e altri ceppi e croci.
Proseguiamo più o meno cercando di seguire la traccia GPS, ma bisogna sempre stare attenti, come detto prima, qui è pieno di trincee, inevitabilmente qualcuna la superiamo passandoci sopra, ma non è stato un problema c’era tantissima neve, fresca, cristallizzata, asciutta, veramente fantastica.
In quest’ultimo tratto c’è il silenzio più assoluto, siamo soli, tutti si fermano al Monte Piana; proseguiamo un pò fino alla Croce ai Caduti del 55° Fanteria.
Tutto questo tratto, nell’altopiano, regala panorami mozzafiato come si vede bene dalle foto e video.
La via del ritorno è per la medesima dell’andata.
